Le risposte di Renzi

I sogni del governo al confronto con la realtà

Magari i problemi del paese fossero legati alla sola questione fiscale. Il presidente del Consiglio quando si è lanciato nella proposta dell’abolizione della tassa sulla prima casa sembrava avere in pugno l’uovo di colombo. Dovrebbe essergli bastato un weekend per accorgersi che le cose siano molto più complesse. Siamo ad un passo dalla chiusura dell’Ilva. La lunga contesa con la magistratura tarantina potrebbe rendere inutili i tentativi del governo di far ripartire l’azienda che fu della famiglia Riva. Ci sono ancora complicazioni legali molto serie, e un problema di funzionalità che a scartamento ridotto ha assorbito cassa invece di crearla. Basta un niente e uno dei principali colossi della siderurgia mondiale verrebbe abbattuto con una sentenza giudiziaria. Escludete che si trovi qualche imprenditore straniero che voglia cimentarsi nel riaprire un’azienda chiusa e con una danno ambientale da bonificare, così come escludete che si bonifichi più alcunché. Taranto si terrà il degrado e lo aumenterà ulteriormente. Abbiamo imparato qualcosa dalla vicenda Ilva? Niente di niente, visto che tale e quale si sta riproducendo a Monfalcone al punto che il presidente di Confindustria Squinzi ha detto che in Italia c’è qualcuno che non vuole si faccia impresa. Ha ragione. Prima si sperava di abbattere le imprese con la rivoluzione operaia, ora ci si accontenta di seppellirle con le ingiunzioni dei tribunali. Si dirà poco male. Chi ce la fa fare questa fatica dell’imprenditoria in un Paese che ha bellezze artistiche e naturali tanto eclatanti che da tutto il mondo bramano visitarle? Potenziamo il turismo e potremo risparmiarci tanti mal di pancia. Ed ecco che il governo si è trovato di fronte lo sciopero di Pompei e quello Alitalia. Quanto possono essere invogliati i turisti a venire in Italia in tali condizioni? Restano le esportazioni che crescono in effetti perché il tessuto produttivo italiano è di qualità. Questo ci consente una crescita dello 0,5 o dello 0,6 che il governo ha registrato con entusiasmo. Quasi la metà di quella della media europea, per cui la forbice aumenta non diminuisce dal resto d’Europa. Il problema che Renzi dovrà risolvere è quando l’Italia crescerà nella media degli altri paesi europei. Senza dare questa soluzione il premier rischia di diventare un Marino o un Crocetta qualunque.

Roma, 27 Luglio 2015